C’è un principio non scritto che ogni tifoso conosce: nel calcio, tutto può succedere. Ma negli ultimi anni, più che mai, sta succedendo che a decidere non sia il campo — o il regolamento — bensì l’interpretazione di chi arbitra… e di chi commenta.
Uno degli esempi più lampanti è la tanto discussa Regola 14, quella che disciplina il calcio di rigore. Una regola semplice, almeno in apparenza: il penalty va assegnato quando una squadra commette, nella propria area e con il pallone in gioco, uno dei dieci falli punibili con punizione diretta.
Eppure, ogni settimana, assistiamo a dibattiti infiniti, polemiche, episodi rivedibili e rigori assegnati (o ignorati) in base a fattori che con la regola scritta hanno poco a che vedere.
Perché oggi, nel calcio moderno, non conta tanto cosa è successo… ma come lo interpreta l’arbitro, cosa suggerisce il VAR, come lo raccontano i media.
Ci parlano di braccia “in posizione congrua”, di “volontarietà”, di “linee guida”. Ma nessuno legge mai il regolamento. E mentre i tifosi si dividono, la realtà resta una: la norma non è più la legge, ma l’opinione.
C’è poi il concetto (non ufficiale, ma reale) del “danno procurato”: un principio di buon senso, in cui l’arbitro valuta l’effetto concreto del fallo sull’azione. Ma anche qui — chi decide cosa è danno e cosa no? Il rischio è che si apra la porta all’arbitrio, e chi ha più peso politico o mediatico, ne esca sempre meglio.
Il calcio avrebbe gli strumenti per essere lo sport più giusto al mondo. Ma il problema non è la tecnologia o le regole. Il problema è come vengono applicate, manipolate, rallentate o ignorate.
E se la regola diventa debole, a vincere è sempre il più forte. Non necessariamente il più giusto.
Regola 14 – Il Calcio di Rigore
Quando viene assegnato
Un calcio di rigore è concesso quando un calciatore commette, all’interno della propria area di rigore e mentre il pallone è in gioco, un’infrazione punibile con calcio di punizione diretto (cioè uno dei 10 falli come trattenuta, fallo di mano, sgambetto, ecc.).
Modalità di esecuzione
- Il pallone deve essere fermato sul punto del dischetto.
- Il calciatore incaricato del tiro deve essere chiaramente identificato.
- Il portiere avversario deve rimanere sulla linea di porta, rivolto al tiratore, senza toccare i pali o la traversa, fino al momento in cui il pallone viene calciato.
- Tutti gli altri calciatori (tranne il tiratore e il portiere) devono essere:
- fuori dall’area di rigore
- dietro il dischetto del rigore
- ad almeno 9,15 metri dal punto del calcio di rigore
Durante e dopo il tiro
- Il pallone è in gioco nel momento in cui viene calciato e si muove chiaramente in avanti.
- Il calciatore non può toccare nuovamente il pallone prima che questo sia stato toccato da un altro giocatore.
- Se il pallone colpisce i pali o la traversa e torna al tiratore senza tocco altrui → fallo di doppio tocco.