La stagione si è appena conclusa, ma in casa Boys Vairano le notizie non si fermano. La società del presidente Scalera ha ufficializzato l’interruzione della collaborazione con la Vairanese Calcio, una separazione che — pur non arrivando come un fulmine a ciel sereno — lascia dietro di sé più di qualche interrogativo e, diciamolo, anche un leggero retrogusto di amarezza.
“Decisione unilaterale”, scrive con eleganza ma fermezza la Boys. Tradotto: non è stata una scelta condivisa. È stata una chiusura netta senza confronto o spiegazioni pubbliche. Nessun tavolo, nessun bilancio comune, nessuna valutazione sul percorso svolto.
Eppure il progetto congiunto, partito con buone intenzioni, sembrava voler costruire una filiera tecnica importante per il territorio, un ponte tra calcio giovanile e realtà agonistiche, una visione condivisa tra chi lavora ogni giorno con i ragazzi.
Ma evidentemente le visioni non erano poi così condivise.
Il comunicato della Boys — diplomatico, ma per nulla freddo — non lesina comunque un ringraziamento formale alla Vairanese, segno di uno stile che preferisce chiudere le porte senza sbatterle. Anche se, sotto sotto, la delusione è palpabile.
E ora?
Cosa accadrà? Chi prenderà il posto della Vairanese nel percorso educativo-sportivo della Boys? Ci saranno nuovi interlocutori, nuove sinergie? La piazza di Vairano osserva e attende risposte, mentre il calcio locale — ancora una volta — si ritrova a fare i conti con divisioni poco chiare.
Una certezza però resta: fare calcio giovanile non è solo gestire allenamenti o tesseramenti, ma costruire fiducia, cultura sportiva e collaborazione. Spezzare tutto con un comunicato — senza motivazioni condivise — lascia più dubbi che certezze.