La situazione del calcio dilettantistico – e in particolare di molte ASD del territorio casertano attive anche nei campionati molisani – è ogni anno più critica. Squadre storiche, piccoli club di paese, progetti ambiziosi e sociali: tutti oggi si trovano a fare i conti con una realtà economica che stringe, soffoca e rischia di far crollare tutto.
I bilanci delle società non reggono più. Le entrate sono minime, i costi di gestione aumentano, e il sostegno degli sponsor, un tempo linfa vitale, si è ormai ridotto a briciole o – peggio – è sparito del tutto.
Un tempo bastava un’azienda locale, un imprenditore amico, una mano tesa. Oggi si fa fatica anche a comprare i palloni.
Un articolo pubblicato su L’Avvenire già nel 2013 – dal titolo emblematico “Lo sponsor è scappato” – denunciava un fenomeno allora in espansione: la diserzione delle imprese dal mondo dello sport, a partire dai vertici fino ad arrivare, a cascata, alla base. Oggi, più di dieci anni dopo, quel campanello d’allarme è diventato sirena di emergenza.
Il caso Casertano: passione, ma senza ossigeno
Nel territorio dell’Alto Casertano, molte realtà calcistiche (anche impegnate nei tornei regionali molisani) si trovano ormai al limite della sopravvivenza.
Progetti tecnici che saltano, dirigenti che anticipano le spese di tasca propria, allenatori e staff che lavorano gratuitamente, solo per passione.
Una passione che però non paga le utenze, non iscrive le squadre, non mantiene i giovani lontani dalla strada.
Il paradosso? La voglia di fare c’è. I dirigenti ci sono. I ragazzi pure. Ma mancano gli strumenti, le risorse, il minimo indispensabile per andare avanti.
Lo sport di provincia, senza scudi né scappatoie
Per anni il sistema si è sorretto – e spesso drogato – con pratiche opache: soprafatturazioni, rimborsi fittizi, sponsorizzazioni gonfiate.
Ora, con controlli più severi e un clima fiscale più rigido, quel castello è crollato. E chi si è sempre comportato in modo corretto? Oggi rischia di pagare il prezzo più alto.
E allora la domanda resta sospesa:
È davvero possibile, oggi, far sopravvivere una squadra dilettantistica in modo trasparente?
Serve una svolta strutturale, non un altro palliativo
Ciò che serve è chiaro:
- Agevolazioni vere alle aziende che sponsorizzano attività sportive, specie se radicate nei territori marginali
- Semplificazioni burocratiche per le ASD
- Finanziamenti vincolati a progetti giovanili e sociali
- E soprattutto, una nuova cultura del sostegno allo sport: non carità, ma investimento collettivo
Perché senza sponsor, senza supporto, senza visione, lo sport locale è destinato a diventare una nostalgica fotografia sbiadita.
E quando lo sport muore, muore un pezzo di comunità.