Gio. Lug 17th, 2025

C’è chi aspetta il derby, chi l’inizio del campionato… e poi c’è chi aspetta la fusione tra Capriatese e Rea Prata. Un copione che si ripete da anni, puntuale come una tassa, condito da caffè al bar, strette di mano e mezze frasi dette sottovoce.

Sì, perché ormai è diventata una tradizione non scritta del calcio molisano di Seconda Categoria: a ogni estate, quando le rose sono ancora sulla carta rispunta l’ipotesi della fusione tra le due squadre.
E ogni estate, puntualmente, tutto sfuma in un soffio di nostalgia e campanilismo.

“Quest’anno ci siamo quasi…”
“Stavolta si fa sul serio…”
“Hanno già parlato i presidenti…”
…e poi, puff! Tutto svanisce. Le squadre si iscrivono separatamente, si incrociano alla terza giornata, e la storia ricomincia.

Ma la domanda vera è un’altra:
è davvero possibile mettere insieme due identità territoriali così diverse — e storicamente rivali — come Capriati e Prata?
Sulla carta sì: si uniscono le forze, si condividono le spese, si creano nuove sinergie.
Ma nella realtà dei campi in terra battuta e dei bar di paese, unirsi significa anche rinunciare a qualcosa. E questo, tra due mondi così orgogliosi, non è semplice.

Ogni estate i dirigenti si ritrovano attorno a un tavolino, tra un espresso e una grappa:

“Facciamo una squadra unica, fortissima.”
“Già, ma il nome? Il campo? La maglia?”
“Eh… vediamo.”

E intanto, il tempo passa, le stagioni si rincorrono, e la fusione resta lì: promessa, suggestione, forse leggenda.
Anche quest’anno le voci si rincorrono. C’è chi dice che si stia seriamente lavorando a un progetto comune, chi giura di aver visto un summit segreto tra i due presidenti, e chi già prepara le magliette “Caprea United”.

Sarà l’anno buono? Oppure ci aspetta il solito remake con finale già scritto?
Lo scopriremo solo vivendo. O meglio: solo leggendo il prossimo comunicato stampa.