Una riflessione lucida e coraggiosa del mister Vitaliano Raimondo scuote i social
Nel marasma di slogan accattivanti, promesse patinate e ambizioni da copertina, la voce di mister Vitaliano Raimondo emerge come un richiamo all’equilibrio, alla serietà e alla responsabilità educativa del calcio giovanile. Sui social, il tecnico ha condiviso un messaggio forte, onesto e profondamente realistico, rivolto a genitori, ragazzi e operatori del settore. Un messaggio che merita attenzione e riflessione.
Porta tuo figlio nella nostra scuola calcio: diventerà un campione” – è questa la frase che il mister contesta apertamente. Parole che, a suo dire, alimentano un’illusione pericolosa. Non si diventa campioni con l’iscrizione a una scuola calcio, non si costruisce un futuro sportivo su slogan e aspettative gonfiate. Anzi, si rischia di alimentare fabbriche di illusioni, che possono lasciare delusione, frustrazione e confusione nei giovani.
Raimondo propone una visione completamente diversa: il calcio come strumento educativo, una “palestra di vita” capace di insegnare disciplina, rispetto, spirito di sacrificio, condivisione e crescita personale. Il punto, chiarisce il mister, non è il talento puro, ma la predisposizione mentale e fisica, l’ambiente giusto, i consigli corretti, e soprattutto il sacrificio costante.
Anche con tutto questo, però, il salto nel calcio professionistico “può accadere solo se tutto si incastra alla perfezione”.
Il passaggio più significativo arriva nella parte finale della riflessione: “Mai anteporre lo studio al calcio”. Un invito che ogni genitore dovrebbe custodire gelosamente. Perché il pallone può essere un sogno, ma la cultura è una certezza. Solo un equilibrio sano tra scuola e sport può realmente formare ragazzi pronti ad affrontare la vita, dentro e fuori dal campo.
In un mondo in cui tanti promettono scorciatoie verso il successo, la voce di mister Raimondo è quella di chi, con passione e consapevolezza, ricorda che non si allenano futuri campioni, ma prima di tutto futuri uomini.
Buon calcio a tutti, davvero. Ma con i piedi per terra e il cuore ben piantato nei veri valori dello sport.