PIETRAMELARA – Il calcio moderno ha i suoi modelli da seguire. C’è chi guarda al Barcellona con l’azionariato popolare, chi sogna il Borussia Dortmund e i suoi tifosi-azionisti. E poi c’è l’Audax Pietramelara, dove l’azionariato è… porta a porta. Letteralmente.
Già, perché a pochi giorni dalla scadenza per l’iscrizione al campionato di Prima Categoria, la gloriosa compagine del presidente Salvatore Sauchella si ritrova con una rosa (almeno sulla carta) da playoff… ma senza una lira per partecipare. Il problema? Vecchie incombenze non pagate e casse societarie più vuote del settore ospiti in un derby amichevole.
Colpi roboanti, ma il campionato?
Eppure solo poche settimane fa si parlava di Audax come di una delle squadre più attive sul mercato: annunci, proclami, presentazioni. Giocatori importanti, nomi noti, selfie con sciarpe e maglie nuove. Sembrava il PSG della Campania interna.
Poi, il brusco risveglio. Iscrizione? Ah già… quella cosa fastidiosa che serve per giocare a calcio nei tornei ufficiali.
Il presidente, con uno slancio creativo degno di nota, ha lanciato una campagna porta a porta per “mobilitare il popolo pietramelarese”. L’obiettivo? Un crowdfunding vecchio stile, ma senza app: servono contanti, pochi ma buoni. E così, via a bussare alle porte. “Un euro a testa e ce la possiamo fare”, il grido disperato (e vagamente comico).
L’Italia è fatta, ora facciamo i conti
C’è da capirlo, Sauchella. Prima ha fatto la squadra, poi si vedrà. Un po’ come dire: “Abbiamo fatto l’Italia, ora dobbiamo fare gli italiani”. Solo che, come spesso accade, ha invertito i passaggi. Ha costruito la casa… dimenticandosi di comprare il terreno.
Ora la comunità di Pietramelara è chiamata a raccolta, tra ironia e un filo d’indignazione: possibile che ogni estate si arrivi sempre all’ultimo secondo utile? Che si viva alla giornata in attesa del benefattore o del bonifico miracoloso?
Una squadra che c’è… ma forse non gioca
Sia chiaro: l’Audax merita di esserci. Per storia, tradizione e passione. Ma una programmazione che parte con gli annunci e finisce con la raccolta delle monetine rischia di trasformarsi in barzelletta. E il confine tra satira e realtà, come spesso accade nel calcio dilettantistico, è fin troppo sottile.
Per ora l’iscrizione è ancora in bilico. Ma se davvero ogni pietramelarese donasse un caffè… magari l’Audax torna in campo. O almeno al bar.